venerdì 25 febbraio 2011

SOS SRDN DAE SU CORO BALENTE KI NEMOS PODET BINKERE - SHARDANA DAL CUORE RIBELLE CHE NESSUNO PUO' VINCERE

Il grande Has-Nalos stava in piedi, fiero, sulla parte più alta della Rocca Nera.
Sotto di lui, i preparativi per la partenza in Egitto fremevano e, nella grande spiaggia del porto egli vedeva, soddisfatto, decine di uomini e donne correre trafelati e trasportare, alle imbarcazioni, mercanzie di ogni genere: pregiati tessuti di bisso, ricavato dai fili setosi e dorati delle nakaras (quelle grandi pinne bivalva che crescono sott'acqua nelle praterie di posidonia); preziosi copricapo per gli uomini (barritas); elaborati fazzoletti (muncadoris) e grembiuli  (pannus 'e ananti), con altri pregiati pezzi, realizzati con le stoffe migliori, del costume sardo, tra i quali finissimi pizzi e filè; raffinati gioielli in filigrana d'oro e pietre preziose ...
Tutto confezionato dai migliori artigiani della Sardinia, orgoglio della bottega di Eri-Manzà-Nu.
Al centro del porto ondeggiavano placide le navi da guerra della flotta SRDN e NUR-SIN, dove venivano caricati enormi quantitativi di armi: armature, spade, spadoni, pugnali, scudi, frecce e faretre con potentissimi archi e tutto quanto potesse essere utile in battaglia. Alla destra della panchina, altre imbarcazioni accoglievano ogni tipo di prelibatezza locale: muggini e anguille affumicati, sardine sotto sale, olio, vino e la migliore bottarga di muggine (tanto amata dai popoli del nord-Africa, che impararono a confezionarla anche loro, assumendosi perfino il merito dell'invenzione!). Proprio a questo pensava il Generale Kra-Manzà-Nu, mentre dirigeva le manovre di carico della flotta.


-"Po caridadi!, non si fa in tempo a fare qualcosa, che qualcuno te la copia immediatamente!Kosa 'e makus! Vorrebbero far credere che noi, pur avendo la materia prima, pesce e sale, non li sapevamo usare! Incredibile! Meno male che ce lo hanno insegnato gli altri! Siamo una genìa di tonti ... da soli non siamo mai stati capaci di costruire niente. Tutto importato! ITA FAIT SU KERPU ... COSA FA L'INVIDIA".
Meglio lasciar perdere e pensare al da farsi!
Giunse l'alba del terzo giorno e i preparativi per la partenza furono completati.
I cittadini SRDN e NUR-SIN si erano recati al porto per dare l'ultimo saluto agli amati fratelli che andavano a combattere a Qadesh con Ramses II.
Le madri, i padri, le mogli, le sorelle abbracciavano i figli, i mariti, i fratelli, e calde lacrime scendevano su meste gote.
-"TORNATE PRESTO DA NOI!" - tutti, invocavano.
Il Sacerdote Sarbak celebrava riti propiziatori, bruciando erbe aromatiche per evocare gli spiriti benevoli e la protezione della Madre. Egli chiedeva che i loro eroi tornassero a casa sani e salvi. 
Il suono del corno, levatosi al primo bagliore del sole, chiamò all'ultima raccolta.


Kra-Manzà-Nu diede gli ordini di manovra, seguendo ogni azione con maniacale cura del dettaglio e redarguendo i suoi ammiragli su cosa fosse meglio fare. L'assetto della flotta in moto fu presto perfetto.
Efisceddu era di pessimo umore. Aveva appena stretto forte al suo petto Iris e, solo facendosi molto coraggio, era riuscito a staccarsi da colei che sarebbe presto diventata la sua sposa. Almeno questa fu la promessa ... nella speranza di sopravvivere all'avventura a cui egli e i suoi fratelli andavano incontro. Questa guerra, proprio adesso, non ci voleva! Che rabbia! 
Iris e gli altri cittadini, accalcati sui bordi estremi della banchina, per l'ultimo saluto, si unirono alla preghiera di Sarbak, affinchè la Dea rendesse loro i valorosi 520 figli.
Gli ultimi ormeggi furono levati e le ancore furono salpate.
In breve tempo, la flottiglia, con a capo Has-Nalos, scomparve all'orizzonte. Lo scriba Egizio, che non aveva mai dismesso il suo diario, non mancò alcun dettaglio nel rendicontare della partenza da Tharros: anche questa fausta impresa avrebbe certo arricchito i bassi rilievi e le steli dei loro templi.
Attraversarono il grande mare. Durante la navigazione, Efy non faceva altro che pensare alla sua Iris. Il suo animo era tormentato perché avrebbe voluto concentrarsi sulla guerra che stava per affrontare, ma il suo cuore non ne voleva sapere. Iris era il centro dei suoi pensieri, tutto il resto era, ormai, un insignificante contorno. 

Arrivarono in Libano e lì trovarono guerrieri egiziani e carri, che li aspettavano per condurli al campo, dove, il Faraone Ramse II li attendeva. Il campo si trovava sulle sponde del fiume Oronte, nascosto da una fitta vegetazione. Ramses II aveva deciso di continuare la campagna iniziata dal padre, il Faraone Sety I, per riconquistare la Palestina, la Siria e riammetterle all'Impero Egiziano. Ciò aveva portato a nuovi scontri con gli Ittiti e, dato che era il V anno del suo Regno, Ramses decise di chiedere aiuto ai SRDN e ai NUR-SIN di Tharros per assicurarsi la certezza della vittoria.
Sfidò Muwatthali a Qadesh, in Siria, lungo la frontiera Egiziana.
Il campo, nei pressi dell'Oronte, occupava un enorme spazio della rigogliosa piana. Era perfettamente organizzato: i guerrieri Egizi erano divisi in squadre; ognuno di loro era ben equipaggiato con armi, carri e cavalli; ma anche i guerrieri sardi non erano da meno: erano arrivati armati fino ai denti e le loro armi erano famose per la micidiale potenza, presso tutti i popoli del mondo conosciuto.


Il Faraone Ramses II volle informare, personalmente, i guerrieri sardana di quale fosse la loro situazione, poi assegnò loro gli alloggi.


Durante la notte, gli Ittiti, agli ordini di Muwatthali, attraversarono il fiume Oronte, raggiungendo Qadesh: attaccarono gli Egiziani, non sapendo ch'erano arrivati i rinforzi shardana.
I due eserciti combatterono a lungo. Efy mostrò la sua immensa forza e un coraggio senza pari. Volteggiando rabbiosamente lo spadone salvò suo padre, Has-Nalos, da morte certa, mentre veniva aggredito alle spalle dagli avversari.
Fu una guerra devastante: sul campo di battaglia si levava il lamento atroce dei feriti; i morti non si contavano per entrambi gli schieramenti.
La battaglia, tuttavia, continuò a lungo.
Fingendo una ritirata, l'esercito Ittita circondò una divisione dell'esercito Egiziano. 
Ramses, a capo della Divisione Amon, braccata dai nemici, diede prova di grande eroismo nello spronare all'attacco il proprio carro e incitando i suoi uomini che non arretrarono, confidando nei rinforzi.


Has-Nalos e i suoi guerrieri arrivarono giusto in tempo, dando una svolta decisiva alle sorti della disfida, laddove, Ramses si trovava in netta condizione d'inferiorità.
Dopo varie dispute, tuttavia, causa il grande valore di tutti i guerrieri, si arrivò ad una situazione di stallo.
Has-Nalos, diventato Consigliere di Ramses, suggerì d'interrompere l'ormai inutile battaglia, quando il fratello di Muwatthali, Hattusil, arrivò al campo Egizio senza scorta, solo, per proporre un accordo tra le parti ed evitare ulteriore spargimento di sangue.
Fu preparata una grande tenda tra i due campi, in un'anta quasi lacustre del fiume, dove, aldilà dei canneti, pigri fenicotteri raspavano il fango in cerca di cibo e che, per molti aspetti, ricordava il grande mare del Sinis di Tharros. 
Ramses e Muwatthali firmarono un Trattato di Pace, allo scopo di suggellare il quale, Ramses prese in sposa una Principessa Ittita.

I due eserciti smontarono i rispettivi campi di battaglia e fecero ritorno, ciascuno nella propria patria.

Il rassicurante paesaggio pluviale fece compagnia agli Egizi e ai Sardana per moltissimo tempo.

Anche questa impresa era finita eroicamente e, per fortuna, tra i sardana si registravano pochissimi defunti.

Al rientro in Egitto, Ramses si gloriò dell'esito della guerra, assumendo i meriti del Trattato di Pace. Le gesta eroiche vennero raffigurate sulle pareti dei templi, tra i quali quelli di Abu Simbel e nella sala ipostila di Karnak. 
La pace fu assicurata per l'intero Regno di Ramses e oltre, fino alla caduta dell'Impero Ittita, nel 1996 a.C.

Nel frattempo, a Tharros, continuavano i preparativi per il matrimonio tra Efisceddu e Iris. Le raccoglitrici cominciarono le messi dei fiori di campo più profumati, nelle colline del Sinis. Era un lavoro che richiedeva molto tempo, soprattutto per l'essiccazione. I fiori, essiccati e sminuzzati, sarebbero stati bruciati nei grandi bracieri di bronzo. Avrebbero prodotto densi nuvoloni di fumo profumato.
Il rito propiziatorio dei fiori, bruciati e sparsi in terra, per purificare i luoghi e rendere grazie alla Madre, avrebbe portato tanta armonia, fortuna e felicità ai due sposi.
I Saggi, riuniti nella Grande Sala della Reggia Nuragica, alla presenza di Sarbàk, deliberarono di chiamare, a Tharros, i più esperti scalpellini-scultori per realizzare statue in arenaria, in onore dei valorosi e prodi fratelli andati a combattere in terra straniera, nonché suggellare, così, con grande atto di rispetto e amore civile, il matrimonio tra Efy e Iris.
In pochi giorni, il quartiere dei mestieri fu animato dal rumore di decine di scalpelli che, con maestria, penetravano grandi blocchi di arenaria, portata in città dalle cave di Is Arutas.
Volti impenetrabili, dai grandi e ipnotici occhi rotondi, cominciarono a delinearsi sui fieri corpi di pietra.
Piano, piano, le abili mani degli scultori realizzarono magnifiche statue rappresentanti pugilatori, arcieri, guerrieri che avrebbero, simbolicamente, omaggiato per sempre, gli illustri personaggi della città. 
A lavoro ultimato le statue parevano vive, con i gonnellini colorati, il segno regale sul petto e lunghe acconciature a quattro trecce.
Nel nuovo quartiere, esperti architetti, con centinaia di operai specializzati, davano alla città nuove, bellissime abitazioni e costruzioni di utilizzo pubblico, come scuole, negozi e giardini.
Sapevano che il fausto matrimonio tra Efy e Iris avrebbe portato altre unioni tra SRDN e NUR-SIN, come sempre avviene quando diverse genti si incontrano.
                                                                      NEFERTARI

Arrivati in prossimità di Pi-Ramses gli eroi Egizi e Sardana furono accolti da ali di gente in tripudio.
La Regina Nefertari attendeva l'amato consorte con tutti gli onori. Sapeva, dalle staffette mandate in avanscoperta, che il grosso dell'esercito era incolume, ma che moltissime erano state le vittime nell'esercito egizio. Il suo cuore di Regina fedele e devota al proprio popolo era addolorato per questo, tuttavia calde lacrime di gioia bagnarono i suoi occhi penetranti quando, in lontananza, vide il consorte arrivare fiero, tra i suoi luogotenenti shardana.
Has - Nalos e Efy scortavano il Faraone con onore, balentìa e amicizia.
Ramses doveva a loro la sua non sconfitta. Grazie a loro la pace era assicurata ai confini. 
Gli occhi di Efy notavano il gioioso tripudio tutt'intorno, tuttavia le sue orecchie, quasi, non udivano le urla festanti del popolo in attesa, schierato sui lati della strada. La verità è ch'egli, dal momento in cui la battaglia era cessata, non riusciva a pensare ad altro che al suo rientro a casa.
Visse con grande impazienza i grandi festeggiamenti e i riti nei meravigliosi tempi Egizi.
Davvero, non vedeva l'ora di partire e riabbracciare la sua amata Iris.
Quando, salutati Ramses e Nefertari, le loro navi ripresero il mare, soavemente sospinte da uno zefiro favorevole, egli fu colto da fortissimi spasmi allo stomaco per l'aspettativa, l'ansia e la felicità del ritorno! Dopo circa una settimana di ottima navigazione, il profumo delle aromatiche entrò nelle loro narici, parimenti agli occhi la vista della costa. Poche ore e sarebbero entrati in porto a Tharros. 
Efy era l'uomo più felice del mondo.
A rattristarlo, purtroppo, i corpi dei fratelli d'armi morti in guerra, imbalsamati dagli Egizi per la traversata ...
Li avrebbero onorati con una imponente Cerimonia Funebre e un mese di lutto ... 
"Poi potrò, finalmente sposarmi con Iris!" - pensava col cuore traboccante di gioia.
La vide da lontano. La sua esile, ma inconfondibile sagoma era sul molo in attesa. Era arrivata per prima ... Il mare l'aveva avvertita che il suo amore stava tornando!
-"Seu arribendi Iris, aici s'eus a coiai!" - "Sto arrivando Iris, ora ci sposeremo!" - gridò.

Sbarcarono. Sarbàk accolse gli eroi circondato dal popolo in festa. Le launeddas intonarono una mesta, solenne e commovente melodia alla vista delle salme degli eroi morti, che sbarcarono per primi. Madri e padri addolorati furono lasciati passare per abbracciare i loro cari, che avevano sacrificato la propria vita in terra lontana. Dagli occhi azzurro-cielo di Iris scesero lacrime di giada e cadde in ginocchio per l'emozione, quando vide Efy scendere.
."Oh, Efy quanto mi sei mancato! Non mi sembra vero ... sei tornato ... sei qui!"
Efisceddu non riuscì a dire una parola. Teneva stretta la sua amata, pieno di gratitudine e commozione.


Le solenni esequie furono svolte alla presenza della Grande Sacerdotessa Silanolis, durante il plenilunio. 
I fratelli defunti furono raccomandati alla Madre affinché potesse accoglierli nel suo grande e rassicurante ventre.
Trascorso il mese del lutto, in città tutto era pronto per i lieti festeggiamenti della Cerimonia Matrimoniale. Ovunque, alle finestre, cominciarono ad apparire tessuti e ricami pregiati ad annunciare che la città si apriva alla speranza e alla felicità per questa nuova unione.
Finalmente arrivò il grande giorno per i due innamorati. Si potevano sposare!
Tutto il circondario venne coinvolto nella preparazione dei cibi, dei vestiti e degli ornamenti.
Efy e Iris, in onore degli Antichi Padri, indossarono i ricchissimi costumi da cerimonia. 
Il matrimonio fu officiato da Sarbàk alla presenza di Silanolis, la quale, come aveva promesso, era tornata in città per la fausta occasione. Ella circondò i polsi dei due sposi col sacro telo di bisso dorato, in auspicio di salute e ricchezza, e di lino bianco purissimo, in augurio di fertilità e purezza. I due si scambiarono l'eterna promessa e, da quel momento, furono uniti per sempre. 
Il banchetto fu allestito in sa Pratza Manna; gli sposi erano meravigliosi e felici.
Launeddas, pipaiòus e tamburrus suonarono ininterrottamente.
I giovani ballarono su ballu 'e su impari e nuove coppie si formarono.
La città intera era in tripudio e si vivevano intensi momenti di grande emozione e allegria collettiva.
La festa durò per parecchi giorni.






Nell'ultimo giorno dei festeggiamenti, Sarbàk e Has-Nalos condussero il popolo in processione a Monte 'e Prama, per benedire il nuovo quartiere appena completato. I due sacerdoti consegnarono simbolicamente, a Efy e Iris, le chiavi della loro casa e della nuova città, poi tutti si recarono sull'alto del colle dove, altere e solenni, le possenti statue erano state collocate. Furono accolti dalle loro mani franche e, nella vallata intorno, per giorni e giorni, echeggiarono soavi canti e litanie alla Madre.
Quel nuovo popolo visse per sempre in perfetta pace e armonia.
Il loro canto d'armonia si udì per millenni  e ancora riecheggia a Monte 'e Prama.



Efisceddu tacque.

Nella grande galleria di Li Punti l'atmosfera era sospesa tra questa dimensione e quella raccontata da Efisceddu. Tutti temettero ch'egli fosse tornato nella pietra silente per sempre. Invece, sorprendentemente, egli riprese a parlare e disse: " La sacerdotessa Silanolis vi invoca di riportare sulla nostra amata Terra l'Armonia, l'Amore per la Natura e il Rispetto per gli Esseri Umani che, per noi Shardana, sono Valori Eterni e Irrinunciabili. Siate voi latori di questa novella tra la vostra gente. La mia ultima missione è avvertirvi che la nostra Isola è in una grave situazione di pericolo. La Terra è malata e la gente è infelice. Le giovani generazioni emigrano in cerca di lavoro. La nostra è una terra ricca e ciò è inconcepibile. Noi piangiamo, invisibili, la vostra negligenza e la vostra inerzia. Silanolis l'aveva visto e ha fatto in modo che in questo solstizio si aprisse la porta che mi ha condotto a voi. Io sono tornato per aiutarvi a prendere coscienza. Non siate sordi al mio  appello. Siate saggi e lungimiranti e liberate lo scranno dall'Ingiusto per rimettere il Giusto al posto che gli compete! Sarbak diceva che: "Chi lascia che l'Ingiusto sieda al posto del Giusto merita di sprofondare nell'abisso". Ebbene l'abisso non è lontano se continuate in questo modo. Cambiate immediatamente, prima che sia troppo tardi! E ... un'ultima e personale preghiera ve la voglio rivolgere io: riportatemi, per favore, assieme ai miei fratelli a Monte 'e Prama. E' giunto il tempo, per noi, di tornare a casa!".

Così tacque per sempre il grande Efisceddu.
Nell'irreale silenzio, a Li Punti, già qualcuno si chiedeva s'era stato tutto vero ...
Ancora, però, negli occhi ipnotici della statua brillava la luce della Verità da tramandare.
Non era stato un sogno.
TUTTO VERO!



Guerrieri di Carmine Piras
Pescatore di Cabras























Statue Giganti di Monte 'e Prama

I  ragazzi della 4^B e della 4^C ... stavolta insieme!



                   DONNE NURAGICHE                         


MADRE DI TETI








Cabras, 25 febbraio 2011

7 commenti:

  1. E' stato bellissimo partecipare a quest'avventura!
    Per me e per tutti i ragazzi della 4^ B e della 4^c. Abbiamo letto, cercato, inventato, scritto. Abbiamo riso e ci siamo commossi. Abbiamo vissuto fianco a fianco con i nostri Antichi Padri che mai ci abbandoneranno e che ci hanno insegnato tante cose meravigliose ...
    Ora ci aspetta il laboratorio teatrale con Alessandro Melis e sarà certo fantastico!

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  2. Speriamo che vi piaccia la nostra ricerca storica e le altre cose che abbiamo raccontato. Vi consigliamo di ascoltare Efisceddu.
    I ragazzi della 4^B e 4^C.

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  3. Altri post e disegni prossimamente.
    Un saluto con la mano franca e un abbraccio shardana da tutti noi a tutti voi ...
    E' stato grandioso dividere questa esperienza!

    Ancora noi.

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  4. Cari ragazzi, quando avete parlato dei templi di Abu Simbel e di Karnak, mi sono ricordato della meravigliosa magia di questi due posti che ho avuto la fortuna di visitare.
    Avete costruito un bellissimo racconto, so che ora continuerete la vostra attività con strumenti diversi.
    buon lavoro
    Pino

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  5. E' proprio vero che tutti i ragazzi delle quarte hanno cercato di dare il meglio in questo fantastico viaggio attraverso la storia dei nostri antichi padri. Storie che grazie al loro entusiasmo, alle ricerche e all'impegno hanno preso vita, regalandoci questa bella e significativa lettura. Bravissimi tutti della 4A, 4B, 4C e 4E e... le loro maestre, no?
    Anna

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  6. POSTATI NUOVI DISEGNI E DIPINTI DEI RAGAZZI DI 4^C E 4^B. SIGNIFICATIVE LE MADRI NURAGICHE CHE CI SALUTANO CON MANO FRANCA. BELLISSIMA LA MADRE DI TETI LA CUI ICONOGRAFIA RIPORTA ALLA MEMORIA DI GRANDI OPERE D'ARTE RAFFIGURANTI LA MADRE COL FIGLIOLO.
    SIAMO COMMOSSI E FIERI D'APPARTENERE A QUESTA GRANDE CULTURA.
    SPERIAMO CHE IL NOSTRO LAVORO VI SIA UTILE E GRADITO.
    MAESTRA GRAZIELLA.

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  7. tutti i racconti sono finiti. è stato molto bello partecipare a questo progetto

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