martedì 8 febbraio 2011

THARROS E' IN FERMENTO...MA...

Episodio VI

THARROS È IN FERMENTO… MA…

Da un pezzo nel cielo, brillavano luminosissime, le stelle… I grandi occhi azzurro-mare di Iris risplendevano come non mai! La notte era calma e una leggera e piacevole brezza penetrava fra i danzatori portando sui loro volti accaldati e imperlati da minuscole gocce un po’ di frescura. Piano piano le giovani coppie,  lasciando la pista da ballo, raggiungevano i propri  familiari che fino ad allora avevano  osservato con apparente distrazione,  chi in piedi e chi seduto su seggiole di ferula, i passi svelti e sincronici dei ballerini. Efy ed Iris, persi nel ritmo del ballo, non si erano resi conto che i suonatori di launeddas avevano smesso da un po’ di suonare. La gioia era stampata sui loro visi e i loro piedi  scalzi continuavano a muoversi con agilità al centro de Sa Pratza Manna, su note che nessuno più sentiva. Cos’era successo? La freccia di Cupido aveva forse fatto centro? Quando una voce maschile e severa risvegliò i giovani dal sogno ad occhi aperti.
-         IRIS, cosa fai ancora lì, con questo giovane appena conosciuto? Non avete sentito che le launeddas sono mute?
I suonatori, intanto,  si stavano  ristorando  dopo la fatica e riprendevano fiato con un bel bicchiere di vernaccia in una  mano e nell’altra un amaretto croccante.
La ragazza si rese conto di aver fatto una brutta figura e corse verso le sorelle e le sue damigelle, lasciando Efy davanti al gran sacerdote Sarbac, che con voce autorevole lo invitava a ritirarsi con dignità, visto il suo rango.
La festa continuò ancora per poco, visto che ormai era notte fonda, la gente stanca cominciava a ritornare nelle proprie case. Anche  i due giovani dovettero far ritorno alle loro abitazioni e si cercarono con lo sguardo per un veloce saluto, attenti a non essere visti. Efisceddu sembrava ipnotizzato, non gli era mai successa una cosa simile! Eppure aveva girato il mondo, si può dire, con suo padre e i soldati Shrdan, e di giovani fanciulle ne aveva incontrato parecchie, ma nessuna come Iris gli aveva rubato il cuore.
In compagnia dei suoi amici più fidati, Efy non fece ritorno subito a casa, ma girovagò per le strade deserte di Tharros alla ricerca della casa di Iris, poichè non sapeva dove effettivamente abitasse.

Le nuove case degli Shardn (Alessia)
Camminando senza alcuna meta giunsero nei pressi della reggia del sacerdote-capo tribù. Cosa    videro i suoi occhi? Chi l’avrebbe mai detto? E sì…aveva trovato Iris! Lunghi capelli con leggeri boccoli nelle punte, una piccola bocca delicata, occhi dolci e grandi… era proprio lì, davanti a lui.
Peccato che fosse la statua che aveva scolpito il più bravo maestro di scalpello di tutto il circondario e forse di tutta la grande isola verde, per i suoi 18 anni!
Una cosa era certa: ora sapeva dove cercarla.
Passarono i giorni, lunghi, interminabili.
……SILENZIO…UN  SILENZIO ERA CALATO ALL’IMPROVVISO………
La grande statua di arenaria smise di parlare per qualche secondo, il tanto per riprendere fiato, ma Nino il più curioso degli ascoltatori del laboratorio di restauro, lo invitò calorosamente a riprendere il racconto:
- AHIO’! Accaba su contu ka olleusu iscire commente finit s’istoria! (Dai, proesgui nel racconto perché vogliamo sapere come finisce la storia) - Est propriu bella! Intantu est nudda su ki ses narendi. Cèè! (è proprio bella! Non è cosa da poco quello che stai dicendo. Cèè).
- Chi avrebbe mai immaginato che la storia dei Nostri Antichi Padri era andata cos…?
- Umm, umm! – si schiarì la voce Efisceddu, lasciando in aria l’ultima vocale della frase di Nino.
Efy riprese a raccontare i dolci ricordi della sua giovinezza e del suo arrivo nel nuovo mondo di Tharros.
Dopo quella notte di festa, non faceva altro che pensare a come si era sentito felice vicino alla bella Iris ed era sicuro che anche lei lo fosse stata e sperava di rivederla al più presto. Con questi pensieri la vita continuava tranquillamente e ognuno si occupava dei propri mestieri.
Il padre, Has-Nalos, gli aveva suggerito saggiamente di non essere precipitoso e di fare un passo per volta per riconquistare, per prima cosa, la fiducia di Sarbac che li aveva accolti nella propria città …

La barca di Efy (Simone)
Spesso Efisceddu andava a pescare insieme ad Inur e agli altri amici; quando uscivano in barca, tutti si preparavano con un abbigliamento particolare: delle cinture in pelle con dei piombi, una tunica candida da arrotolare alla vita al momento opportuno qualora dovessero buttarsi in acqua. Usavano delle reti con galleggianti di sughero, delle lance come arpioni o come fiocina.
A pesca con gli amici (Matteo)
                                                           
La barca era in legno pregiato, grande e possente, come quelle utilizzate dalla sua gente per giungere a Tharros, la loro antica terra. Ziu Tatanu era l’artigiano che  aveva aiutato Efy-Nalos a costruire questa nuova imbarcazione, che aveva anche una piccola cabina con degli angolini dove si poteva riposare, ma Efy non dormiva mai, soprattutto quando era all’inseguimento di  branchi di tonni, e spesso facevano un buon bottino quando andavano al Sud verso Sulci. I tonni venivano arpionati, poi issati con la forza delle braccia sopra la grande barca, venivano puliti e, infine, messi nella stiva per tenerli freschi fino al rientro al porto.
Ogni volta che tornava dalla pesca erano molto soddisfatti lui e i suoi amici;  a Efy piaceva andare per mare fin da piccolo quando il padre lo portava con sé e gli insegnava tutti i trucchi. Se il mare lo permetteva si spingevano fino a Maluentu, altre al Catalano, lui con i suoi amici di sempre, abili in tutto dalla pesca alla caccia, per non parlare delle loro capacità nelle arti militari: erano abituati ad un duro allenamento dove dimostravano la loro forza e l’astuzia che all’occorrenza usavano nel sopraffare i nemici.
Anche quella sera al rientro in porto, le loro reti avevano intrappolato ogni tipo di pesce: orate, scorfani, branzini, sardine, muggini (anche se preferivano quelli del grande stagno), dentici…calamari e persino due grossi polpi!
Efy era felicissimo di quella bella giornata di pesca e pensò che poteva approfittare di quella occasione per fare un bel regalo al re Sarbac e cercare di fargli capire che lui era un giovane bravo e generoso.   
Sarbac, come sappiamo, era un re-sacerdote giusto e potente, ma come succede anche oggi, aveva un carattere diffidente e testardo e non avrebbe mai perdonato nessuno che pensasse di prendere in giro lui e ancora peggio sua figlia. Così Efy, prima di sbarcare, cercò di mettersi in ordine più che poteva, poi si incamminò, da solo, con una cesta ricolma dei gustosi pesci verso la dimora del capo-tribù e con il cuore che gli batteva forte per l’emozione di poter rivedere Iris. Appena entrò in casa fu accolto da alcuni fidi servitori del re che lo accompagnarono nella stanza del consiglio al cospetto di Sarbac. Al giovane, alto e possente, tremarono un po’ le agili e forti gambe, intimidito dallo sguardo penetrante e severo del capo-tribù. Efisceddu consegnò al re il suo dono e Sarbac, subito lo ringraziò e per metterlo a suo agio iniziò a  dialogare; dapprima sembrava freddo e distante, poi piano piano diventò più cordiale e gentile.
Ah, Stava conquistando nuovamente la sua fiducia!
Il severo padre aveva concesso che la figlia potesse recarsi a cena da lui; d’altronde anche Has-Nalos, padre di Efy, era una persona di cui ci si poteva fidare, saggia e stimata da tutti.  La ragazza fu contentissima del consenso del padre e agitata e felice si preparava per andare al banchetto. Efy si congedò da Sarbac e si catapultò veloce come una lepre verso casa sua. Cominciò a chiamare Aittam dal giardino, urlando frasi sconnesse:- Dai, corri,  fai presto. Sta per arrivare…Prepara…sì il cinghiale!
-                     OOOOH! - gli urlò dalla soglia di casa il fedele amico- Cosa hai da sbraitare in quel modo! Ti ha morso uno scorfano? Calmati e parla adagio e chiaro.
Il giovane entrò in casa e chiamò i genitori per dare la bella notizia, i quali ordinarono subito ai servitori di mettere in ordine la casa e ai cuochi di preparare un pasto abbondante e succulento a base di cinghiale da offrire alla loro nobile ospite.
Il grosso animale era stato cacciato nella boscaglia di Seu, stanato dal fiuto del cane Tobia che l’amico Otacirus,  con la sua lancia, aveva prontamente infilzato. Seu si trovava più a Nord, dopo la punta di Is Arutas; era proprio il territorio di caccia preferito da tutti i cacciatori del posto, ricco di selvaggina: conigli, lepri cinghiali, fagiani, volpi, gatti selvatici, caprioli, serpenti e testuggini, pernici, poiane, falchi, passeri sardi, merli e capinere… che riuscivano a nascondersi perfettamente nella fitta vegetazione di  lentisco, di mirto, di cisto e di rosmarino dai fiori bianchi, di cespugli di palma nana  e, nelle zone più alte, di contorti arbusti di olivastro. Nello stesso luogo, sulle rocce e le falesie a picco sul mare, trovavano rifugio gabbiani corsi, cormorani e rondini di mare, per non parlare dei fondali marini, ricchi di praterie di posidonia dove sguazzavano pesci, molluschi e crostacei.
Nella mente del giovane si stava formando il pensiero che Iris sarebbe diventata la sua sposa,  ed era convinto che anche lei la pensasse allo stesso modo. I due ragazzi si erano proprio innamorati.
Sembrava proprio che “Il ballo de S’Impari fosse perfettamente riuscito nel suo intento!”
La cena andò bene e anche Iris stava bene con questo baldo Shrdn. Dopo il banchetto in suo onore fu riaccompagnata a casa su un carro trainato da uno splendido cavallo bianco niente di meno che da Has-Nalos in persona che intendeva chiedere “la mano della ragazza” per suo figlio. Anche egli, come Efy, sperava in un consenso di Sarbac.
La casa era dall’altra parte della città, sulla collinetta che dominava tutto il golfo di Aristanis; a quell’ora i raggi argentei della luna si riflettevano nelle calme acque di Mare morto e illuminavano la strada grande lastricata. Scesi dal carro, a passo svelto furono accompagnati nella sala reale, dove ad attenderli c’era Sarbac in persona, pensieroso e preoccupato. Già immaginava a cosa si riferisse la visita del grande condottiero e di suo figlio. Iris si avvicinò al padre, trepidante, e lo abbracciò affettuosamente; da quando la madre era morta, solo lui poteva consolarla e spesso lo seguiva in tutte le sue faccende di stato, imparando a conoscere leggi e regole di buon governo e diritti di ogni cittadino. Era la sua figlia preferita, anche perché la più piccola e ribelle. Quella notte tutto filò liscio; i giovani ebbero la risposta che aspettavano: potevano fidanzarsi. Quattro mesi, dal giorno del ballo, volarono; negli alloggi di Efy il capomastro ultimava le case per gli sposi.
Le nozze nel sogno di Iris (Alessandra)
 Mentre il maestrale faceva ondeggiare il grano non ancora maturo, Sarbac faceva l’ annuncio al suo popolo delle prossime nozze della figlia con Efy: il primo matrimonio fra un giovane SHRDN e una giovane NUR-SIN!
 Era il mese di lampadas (giugno) e il vento che soffiava sollevava prepotente mulinelli di polvere.
I preparativi per le imminenti nozze erano incominciati, anche se per il grande giorno ci volevano ancora 6 mesi: si aspettava il solstizio d’inverno e forse l’immortale Silanolis sarebbe arrivata per celebrare la cerimonia con il rito tipico di UR. Sarbac ordinò che venissero a Tharros i migliori scultori di tutta la Sardegna e commissionò, per festeggiare e ricordare perennemente i grandi Shardn venuti dal mare, delle statue che raffigurassero i valorosi guerrieri: arcieri, pugilatori…
Quel giorno ricco di avvenimenti passò e la mattina seguente, all’alba, si sentì l’urlo della vedetta Oghilestu sulla grande torre: - Braka at kastiuuu! Braka at kastiuuu! E suonò il potente corno in modo che tutta la popolazione accorresse. Il generale Kra-Manzà-Nu, responsabile dell’esercito tharrense si precipitò con un drappello di soldati pronti all’attacco, nel caso di sbarco nemico. Anche  Sarbac era all’erta, compreso Has-Nalos, che, però, osservando con occhio di falco l’imbarcazione in arrivo, notò qualcosa di conosciuto…vele rosse, quadrate. Aspettò qualche minuto. Dalla nave si scorgevano segnali, gesti in segno di pace, e visto l’inconfondibile scafo allungato e sottile con  prua lunga e ritorta pensò: - Nave egiziana… Umm
                                                                                                                

La nave del faraone in arrivo
Questo lo rendeva ansioso e irrequieto, andava avanti e indietro in attesa di incontrare e parlare con i messaggeri, perché quegli uomini di carnagione un po’ scura erano gli ambasciatori del faraone, nientemeno che di Ramses II. Qualcosa di poco rassicurante era successo se erano arrivati sin lì.
Schierati sul porto il generale Kra-Manzà-Nu con i suoi soldati, Has-Nalos, Efy e tutti i giovani shardn, compreso Sarbac con tutto il Gran Consiglio attendevano lo sbarco dell’equipaggio della nave egizia.
Il più alto in carica, uno scriba, scese dall’imbarcazione con un rotolo di papiro, salutò amichevolmente tutti i   presenti e chiese la parola. Sarbac gli fece cenno di parlare.
L’egizio srotolò il papiro e iniziò a leggere il messaggio:- “POPOLO NUR-SIN-SHRDN, HO UN IMPORTANTE RICHIESTA IN NOME  DEL POTENTE DIO RA-MOSE II. IN VIRTU’ DELL’ANTICA AMICIZIA, CHIEDE L’AFFIANCAMENTO DEI VALOROSI E TEMIBILI GUERRIERI SHARDN NELLA LOTTA CONTRO GLI ITTITI A QADESH”.

Lo scriba col papiro


Il messaggio di Ramses II

                        
La risposta che ebbe era ovvia e scontata. Has-Nalos non poteva tirarsi indietro e chiedendo il consenso anche al prode Sarbac accettò la richiesta.
Era da un po’ che non partecipavano ad una vera e propria guerra dove facevano conoscere il puro terrore ai nemici, la loro potenza e l’effetto delle terribili armi…
Efy non poteva dire di no e a malincuore si preparò alla partenza. Chissà quando sarebbe tornato e avrebbe riabbracciato la dolce Iris.
Iris pianse a lungo quando si salutarono; si lasciarono con la promessa che sarebbe tornato sano e salvo.
La bottega di Eri-Manzà-Nu riprese freneticamente il lavoro per la preparazione delle armature e delle armi: dovevano essere pronte allo scadere del terzo giorno dall’arrivo dello scriba  del Faraone.
Iris, confortata dal padre, continuò i preparativi del matrimonio perché al ritorno di Efy si sarebbe fatta grande festa.
Giunse l’alba del terzo giorno: tutti i giovani guerrieri e gli esperti più anziani nell’arte della guerra, con a capo il re Has-Nalos, salparono dal porto di Tharros alla volta delle coste del Libano, da cui poi avrebbero raggiunto con  i leggeri e veloci carri egiziani il luogo della battaglia…




Guerriero


Gli scultori all'opera




Gli alunni della quarta E di SOLANAS







15 commenti:

  1. Anche stavolta i ragazzi hanno lavorato tanto ed è nato questo racconto...per noi tutti speciale.
    Le storie finora inventate da tutti voi e dalla mia 4^ hanno contribuito ad arricchire notevolmente le conoscenze di ciascuno.
    Maestra Cri

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  2. Speriamo vi sia piaciuta la storia perchè noi ci siamo divertiti,è sempre molto bello lavorare con voi delle quarte per inventare questi racconti dove poterci metterci la nostra
    fantasia,ma anche un pizzico di storia

    Alessandra,Federico, Mattia dei Magnifici 14 di Solanas.

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  3. Ciao amici delle 4°. siamo SUPER CONTENTE di fare questo testo insieme a voi e di seguire le avventure di Efy.

    Sara Flore e Alessia Dessì

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  4. Speriamo che questa storia vi piacerà però tocca a voi scrivere un' altra episodio. Da Rebecca 4d

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  5. Noi vogliamo continuare le avventure di Efy, non vorrete mica farlo addormentare?
    Matteo dei magnifici 14.

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  6. Sono molto contenta che stiamo ideando un testo con così tante informazioni sui nostri antichi
    padri e che siamo riusciti a unire e a far combaciare dei testi di storia con dei meravigliosi testi fantastici. Poi; chi lo sa? Magari qualcosa è vera!

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  7. ciao sono Sara S. dei magnifici 14, spero che come leggerete il racconto vi piacerà, a me è piaciuta molto anche questa avventura.
    Sara della quarta di Solanas

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  8. sono molto curioso di leggere il seguito del racconto che scriverete, anche se so già che sarà molto bello.Mi è piaciuto molto il personaggio di Iris.Ludovico della 4 di Solanas.

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  9. SCUSATE COLLEGHE E RAGAZZI, DEVO ANCORA CARICARE ALCUNI DISEGNI, ma il più è fatto. A domani.
    Maestra Anna

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  10. A noi piace molto questo progetto;spero che quando lo leggete vi accorgiate che sia bello.A me e a i miei compagni ci è piaciuto molto e tra l'altro è stato molto divertente. A voi vi tocca fare la più bella parte del racconto.Non dimenticatevi di commentarlo!
    Carla della quarta di Solanas.

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  11. Spero che i nostri disegni vi piacciano perchè noi ci siamo messi d' impegno.
    CaRLa dei magnifici 14.

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  12. Tutto a posto, disegni inseriti.
    A voi ragazzi di 4^B e 4^C il piacere di proseguire. Penso che ne vedremo delle...belle!
    Maestra Cri

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  14. scusate se ho cancellato il commento sopra di me ma non avevo scritto il nome,lo ripeto :
    questo episodio è stato molto bello,come gli altri che sono stati fatti :D
    complimentiii !!!!!
    Arianna Pala di 4A

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  15. Il racconto è molto bello e ricco di particolari, bellissima l'idea dell'arrivo degli egiziani...sta diventando davvero interessante...ora aspettiamo voi quarta B !

    I Super 20 della quarta A di via De Gasperi ...

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