lunedì 15 novembre 2010

Efisceddu e il potere dell’occhio magnetico



Era la notte del solstizio d’estate a Li Punti, la giornata di lavoro era stata molto dura per gli archeologi che lavorano al restauro delle statue di Monte ‘e Prama. Mancavano ancora dei pezzi e c’erano state diverse visite di persone e giornalisti che volevano sapere del restauro.
Tutti rientrarono nelle loro case lasciando come sempre la struttura in mano a Giovanni, il fido guardiano. Giovanni prese la pila, andò a vedere se tutto era a posto e si addormentò.
Ma non passò molto che Giovanni fu svegliato da dei rumori strani, si alzò di scatto e andò a vedere cosa stesse capitando…pensava che fosse un ladro. Andò nella sala grande dove si stavano ricomponendo le statue e vide una scena incredibile: alcuni pezzi di una delle statue che non era stata ancora finita, presero a muoversi sul tavolo ricomponendosi da soli !
Giovanni inizio ad urlare spaventato: “Aiutoooooooo ! Chi o cosa sei ?”
L’arciere che nel mentre si era ricomposto gli disse: “Non urlare, va tutto bene, vengo in pace, non ti farò del male !”
Giovanni balbettando rispose: “Ma, ma, ma tu parli ? Come è possibile? Sei solo una statua!”
Il gigante di pietra senza scomporsi rispose: “Mi chiamo Efisceddu, sono di pietra è vero, ma posso parlare grazie al potere della luna magnetica!”
“Ma e adesso cosa sarebbe questa luna magnetica ?” Chiese Giovanni con un filo di voce.
“Aspetta, andiamo per ordine” rispose il gigante,  “Chi mi ha costruito mi ha assegnato un compito molto importante, era scritto nelle profezie: nella notte del solstizio d’estate del 2010 d.C. allo scadere dei 3.000 anni dalla mia creazione, mi sarei svegliato per raccontare a tutto il mondo la storia del popolo dei Nur-sin di Monte ‘e Prama”.
Giovanni riuscì a stento a ripigliarsi dallo spavento, ma poi la curiosità prese il sopravvento e iniziò a tempestare Efisceddu di domande: “Ma dimmi ti prego, come mai voi statue avete quegli occhi così stani ? Come mai siete così alti? Chi vi ha costruito ? Perché siete vestiti così? Come mai alcuni di voi hanno le corna?”
“Calma, calma!” rispose Efisceddu. “Risponderò ad una domanda per volta, oggi ti racconterò il significato dei nostri strani occhi.
Tutto ebbe inizio in una notte di solstizio d’estate, una notte magica, perché solo in questa occasione la Luna si riflette nelle acque del pozzo sacro, manifestando la sua infinita potenza.
La sacerdotessa Silanolis si preparava a celebrare i riti della luna magnetica, assieme a lei, vicino al pozzo, si trovavano Archeus, Peppeddu, Sunameus, Remin, Sisinniu, Smik e tutti i valorosi guerrieri che da poco si erano distinti in una lunga e durissima battaglia contro la terribile tribù di Gangong, proveniente dall’Africa.
Silanolis quel giorno, vedendo la luna che si rifletteva nel pozzo ebbe una visione:
-Guerrieri nur-sin, vedo il potere della luna nei vostri occhi, chi di voi sarà puro di cuore potrà usare questo straordinario potere e ipnotizzare i nemici con lo sguardo! State attenti però, se usato male il magnetismo della luna può essere molto pericoloso ! Ora Andate. - Concluse Silanolis - E costruite un tempio di pietra che rappresenti guerrieri, arcieri e pugilatori per ringraziare gli dei della forza e della potenza che vi hanno concesso. Questo è un compito molto difficile, se il tempio sarà costruito bene infatti, la pietra saprà custodire la memoria della nostra gente e tra tremila anni, a partire dal solstizio d’estate del 2010, saprà parlare per raccontare a tutti la nostra grandezza!
-Grazie oh saggia Silanolis!- risposero i guerrieri -Costruiremo un tempio bellissimo con le pietre migliori e i guerrieri che scolpiremo avranno negli occhi i segni del potere della luna per ricordare a tutti questo straordinario dono che ci è stato fatto !
Mentre rientravano alle loro case però alcuni di loro iniziarono a dubitare delle parole di Silanolis: Smik il più scettico disse: -Secondo me non le fa tanto bene guardare così tanto la Luna…pietre che parlano ? Occhi magnetici ? Boh! Sarà fratelli, ma se io non vedo non ci credo!”
Detto questo Efisceddu si fermò.
“Come andò a finire ? Ti prego dai, voglio sapere ancora…” incalzò Giovanni, ma troppo tardi, Efisceddu cadde  di nuovo nel suo profondo sonno di pietra lasciando Giovanni solo con la sua grandissima curiosità.

La classe 4° A di via De Gasperi

6 commenti:

  1. Ci siamo divertiti molto a inventare la storia di Efisceddu!
    Ora tocca a voi, siamo curiosi di leggere i vostri racconti !
    :)
    I bambini della 4° A

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  2. dai che anche io sono curioso di sapere come continua.
    pino

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  3. Ihhh, tura calmu Pinucciu, ka ge seus arribbendi!
    Maestra Gra.

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  4. Bella storia! Chissà cosa combineranno i nostri giganti quando arriveranno a Solanas...?
    La quarta di Solanas

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  5. ciao pino volevo sapere:ma tu per inventare questi racconti(come facciamo noi)hai abbastanza
    FAN-TA-SI-A?



    senza nome

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  6. bella storia! bravissimi.
    maesta Elisa

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